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Scrivere è la mia soluzione
Non so se questa volta servirà
Non trovo parole per descrivere le mie lacrime, questa sensazione di vuoto che solo la tua immagine può colmare.
Forse è questo il problema: la tua immagine e non la tua verità.
Mi hai fatto tanto bene, solo sorrisi, tante premure, rispetto e calore.
La tua imminente partenza, l’idea di una relazione a termine, mi ha spaventato e mi spaventa, per questo ho deciso di lasciarti. Ho avuto molti dubbi ma ho preso la mia decisione. Una decisione che mi fa piangere e mi rende il passo pesante. Adesso quando respiro sento tutta la tristezza delle mie ossa. Vorrei ancora scrivere che spero in un miracolo capace di farci stare vicini ancora, vicini felici, vicini innamorati ma i miei occhi sono pieni di lacrime per questa speranza e mi sento stupida nell’invocare forze sovrannaturali. L’amore di per sé è una forza sovrannaturale e non necessita.
È tutto il giorno che mi chiedo se ieri quando ti ho lasciato sia stato il momento giusto. È tutto il giorno che cerco su Internet rimedi al mio mal d’amore. Vorrei piangere un po’ tra le tue braccia. E mi chiedo se il biglietto che ti ho lasciato stamattina tu l’abbia letto, speravo in tuo messaggio. È tutto il giorno che controllo il telefono sperando in un tuo messaggio. È tutto il giorno che mi dico che domani tornerò alla mia stanza, ai miei studi, al mio cibo e che non vivrò più niente di tuo.
È andata così e non poteva andare in altri modi. Dicembre è lontano, la tua partenza poteva essere un dettaglio ma ci sono zone della nostra mente che non conoscono né tempo né spazio. Se avessi continuato a stare con te, la data della tua partenza sarebbe stata la data della mia rovina. È stato meglio finirla qui, come una storia che poteva essere… Ma niente se, i se in questa storia sono stati da sempre proibiti. Le condizioni che hanno determinato questa rottura non sono manipolabili, bisognerebbe cambiare le leggi che regolano i regolamenti degli uomini. E io forse l’ho pensato, in un attimo di disperazione, di andare a piangere fuori la porta del capo dei capi di tutti i capi ed implorarlo di cambiare le leggi. Ma questo sarebbe stato inutile, volevo solo sentirmi dire: vieni con me